Dal 3 al 5 marzo si è tenuto a Copenaghen l’incontro di avvio del progetto europeo Real European Sport Model, coordinato dall’Isca-International Sport and Culture Association, di cui l’Uisp è partner insieme ad altri quattro realtà europee: Azur Sport Sante e Universite Cote d’Azur (Francia); Idraettens Analyseinstitut e DGI e Ido-International Dance Organization (Danimarca); SUS (Slovenia). Sono stati tre giorni di lavoro in cui i partner si sono confrontati sulle principali attività delle rispettive organizzazioni, dopo una rapida ricostruzione del modello sportivo europeo e delle attività che oggi lo caratterizzano, con una panoramica sugli obiettivi, le attività e i target ai quali è rivolto.
“L'obiettivo principale del progetto è garantire una governance dello sport basata su dati concreti, promuovere scelte politiche più coerenti con l’attività sportiva diffusa – spiega Vincenzo Manco, responsabile Centro studi e terzo settore Uisp - e costruire una concezione condivisa dello sport in Europa sostenendo, a livello nazionale ed europeo, politiche basate su prove solide circa la diversità organizzativa e finanziaria del sistema sportivo. Questi dati consentiranno un dibattito più articolato sul futuro dello sport e dell'attività fisica nel continente, attraverso un maggiore coinvolgimento dei cittadini”.
Infatti, i sostenitori del cosiddetto modello sportivo europeo promuovono la struttura piramidale, il principio di retrocessione/promozione ed una solidarietà finanziaria, con le federazioni sportive che hanno il monopolio dell'organizzazione dello sport in generale. Ciò è contrario alla realtà della diversità delle organizzazioni sportive in Europa e al principio della libertà di associazione. Lo studio dell'UE sul modello sportivo europeo accenna brevemente a questo aspetto, ma non fornisce ulteriori analisi. “Poiché un'ampia partecipazione allo sport e all'attività fisica è un obiettivo ufficiale dell'UE e degli Stati membri, è necessario fornire dati certi sulla diversità delle organizzazioni sportive e sul modo in cui esse contribuiscono a soddisfare le mutevoli esigenze dei cittadini in materia di sport e attività fisica. È, inoltre, necessario sfatare il mito del modello piramidale dello sport, che si è completamente modificato nel tempo, per garantire uno sviluppo che possa essere più inclusivo e basato su una redistribuzione solidaristica delle risorse finanziarie”.
In particolare, il progetto si concentrerà su due aspetti significativi, ma poco considerati, dello sport in Europa, al fine di arrivare ad una eventuale proposta di un nuovo modello sportivo europeo: la diversità delle strutture organizzative che forniscono offerte di sport e attività fisica in Europa e i flussi finanziari della partecipazione sportiva in Europa.
“Nei tre giorni di lavoro abbiamo analizzato le posizioni delle organizzazioni partner, relativamente al confronto politico con le istituzioni, sul modello sportivo esistente in ogni Paese di cui fanno parte – prosegue Manco - Con un approfondimento sulle principali aspettative del progetto e sull’impatto che potrà avere nell’opinione pubblica, tra i media, verso le istituzioni ed i sistemi sportivi, nei confronti della Commissione Europea. Sono stati affrontati i compiti e le scadenze, attraverso una discussione sui documenti e sulla ricerca da produrre come presupposto alla realizzazione del progetto. Ci siamo confrontati, inoltre, su come predisporre una mappatura delle strutture organizzative che promuovono ed organizzano sport e attività fisica in Europa e sull’utilizzo degli strumenti attraverso cui comunicare il progetto: video, infografiche, articoli, opinioni. Infine, si è discusso del tipo di intervento di advocacy da sviluppare, che sarà il compito principale affidato all’Uisp, e sul processo di valutazione che spetterà all’Università di Cassino”.